La residenza artistica a La Corte Ospitale di Rubiera ci ha permesso di creare in piena libertà.
La Corte Ospitale aveva già accolto MagdaClan e il tendone nel 2018 per la creazione dello spettacolo di circo contemporaneo Emisfero.
Ritornare in a Rubiera è stata per MagdaClan la conferma di come Corte Ospitale, non solo sia un luogo accogliente e stimolante per la creazione artistica, ma che il suo motore sono persone splendide, grandi professionisti e generosi essere umani.
Vogliamo condividere con voi le loro parole perché, se lo spettacolo esiste, è anche grazie a loro.
Le parole di Giulia Guerra
In Corte Ospitale abbiamo una certa abitudine ad accogliere compagnie in residenza, ma accogliere una compagnia di circo contemporaneo in una dimensione site specific, sia per quanto riguarda il luogo scelto per le prove dello spettacolo, il campo retrostante La Corte Ospitale, sia per quanto riguarda il luogo di vita della compagnia, l’accampamento che si viene a creare sotto il gelso, accanto alla sala ristoro, ha un impatto magico su di noi, abitanti della Corte Ospitale e sui cittadini del territorio.
Accompagnare il tempo creativo e di vita dei Magdaclan nelle due settimane in cui sono stati con noi, come è già accaduto in passato quando sono stati nostri ospiti per una loro precedente creazione sotto il tendone, è un privilegio perché ci permette di riscoprire un modo antico di fare teatro (nel loro caso circo) e un modo autentico di essere comunità.
Gli artisti di circo contemporaneo, con il loro modo di abitare i palcoscenici, ci insegnano che ogni azione di ciascuno di noi ha una ricaduta sulle vite degli altri: è per questo che sempre, e nello specifico con i Magdaclan, mi accade di pensare che per loro, per gli artisti del circo, ogni singola azione ha un senso vitale per l’azione dell’altro, il gesto dell’uno si amplifica nel gesto dell’altro, ognuno di loro ha la precisa responsabilità della vita dell’altro. Questa è una metafora enorme sul senso del nostro oggi, nel nostro essere insieme, responsabili gli uni degli altri: e questa metafora trova precise risonanze sul tema che i Magdaclan hanno deciso di affrontare con questo loro nuovo progetto.
Per questa ed altre ragioni, tra le quali forse ha un peso la magia che il circo per sua natura porta sempre con sé, la comunità temporanea che si è creata in queste settimane di residenza, tra gli artisti, lo staff dell’ufficio, le altre compagnie in residenza, che hanno abitato nelle stesse giornate gli spazi creativi della Corte Ospitale, e i cittadini, che con curiosità e rispetto, hanno atteso impazienti di essere presenti all’esito finale, ha generato un’energia potente che ancora ci attraversa.
Se questa residenza artistica a La Corte Ospitale fosse una persona, vorrei che facesse parte della mia vita, perché è una persona che ha radici solide e profonde, e guarda al futuro con visionarietà.
Ora che i Madgaclan si apprestano a partire, con la loro carovana di mezzi e umanità, lasciano qui in Corte e in noi che restiamo, un grande vuoto, che non vediamo l’ora di ricolmare.
Le parole di Tania Caprara
I Magdaclan sono come il Natale, ti prepari per giorni prima del loro arrivo poi finalmente intravedi tra le campagne di Rubiera l’arrivo delle carovane: ecco ora si respira aria di festa! M è piaciuto osservarli in silenzio dalle mura della corte, vedere giorno dopo giorno il frutto del lavoro di squadra.
Grandi professionisti che credono davvero nella forza del gruppo e nel senso autentico di comunità: avervi qui con noi ci ha dato l’opportunità di riscoprire la bellezza del prendersi l’uno dell’altro.
Sentiamo già la vostra mancanza ma noi ora aspettiamo il prossimo Natale!
Le parole di Silvia Ferrari
Yona Friedman scriveva che costruire è “mettere insieme delle cose elementari, e formare a partire da esse una cosa unitaria”. Ecco, i Magdaclan per me sono questo: la costruzione lenta, densa e autentica di una “cosa unitaria”, professionalmente e umanamente.
È difficile separare professionale e umano ripensando ai 20 giorni della loro residenza artistica a La Corte Ospitale. Sarà perché da subito, incontrandoli, si ha la percezione che questi due aspetti siano in loro talmente intrecciati da essere inscindibili. Sarà perché da subito si avverte nel loro essersi accanto come artisti e come esseri umani un senso atavico di tribù, che riporta a bisogni primari dell’umanità, riconoscibili e necessari. Il risultato nel mio tentativo di rimettere ordine in quei 20 giorni di residenza è che le “cose elementari” che servono alla costruzione finale si mescolano vorticosamente: l’accampamento e le loro colazioni al barrio latino; la scenografia che prende forma pezzo dopo pezzo nel campo retrostante la Corte Ospitale; il loro abitare di colori, voci e musiche gli spazi e i tempi, nostri e dei cittadini che passavano curiosi a osservare cosa stava succedendo; le file per i tamponi; le prove e quell’affidarsi l’uno all’altro che mette insieme fiducia e sfida alla forza di gravità.
Tutte queste cose, standoci a contatto per un tempo lungo, vengono assorbite e trasmettono davvero un altro modo di stare al mondo, fatto di responsabilità condivisa, condivisione e visione collettiva. Forse anche per questo, il loro progetto europeo sul Climate Change ha un impatto possibile così forte: perché si avverte un’alternativa possibile non solo nella narrazione artistica, ma anche umanamente nel modo in cui i Magdaclan sanno starsi accanto tra di loro. Esattamente quella costruzione di “una cosa unitaria” di cui parla Yona Friedman.
Se questa esperienza fosse una persona non potrei descriverla in altro modo se non come un funambolo, che mette insieme vertigine, coraggio e equilibrio sull’orlo del vuoto.
Le parole di Manuela Secondo
Magdaclan è un’esplosione. Quando arriva non puoi che farti travolgere. I giorni di residenza con il Magdaclan sono giorni densi, pieni, lunghi ma che volano via anche in un soffio. Un gruppo grande, un clan, una famiglia, una comunità, che ti sconvolge ma che è anche pronta ad accoglierti.
I Magdaclan in residenza sono questo, e questa seconda volta in Corte Ospitale lo conferma. Un gruppo coeso, lavoro tenace, forza, spirito di abnegazione. Con il caldo, con il freddo, con l’afa, con gli stivali di gomma nel fango. Tanti i problemi, altrettante le soluzioni: insieme si fa tutto. Compreso la volontà di far parte di un progetto europeo, Climate Change, di proporzioni mastodontiche non solo in teoria ma anche in pratica: una scenografia poderosa, tanti acrobati, musicisti e maestranze al lavoro sul campo. L’approfondimento e la ricerca che c’è nel lavoro di Magdaclan (e nel loro spirito di compagnia) è il loro vero effetto speciale, che si traduce nell’atmosfera magica che si crea, durante la residenza e poi durante lo spettacolo.
Buon viaggio Magdaclan!
Foto di Guido Bernasconi